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Concetto della disintossicazione corporea nella medicina naturale

Concetto della disintossicazione corporea nella medicina naturale

La disintossicazione ha sempre accompagnato l’arte medica, la nozione di pulizia dalle sostanze estranee o nocive era ben chiara nei medici tradizionali e si accompagnava a riti di purificazione, con implicazioni che andavano oltre l’aspetto puramente fisico.

Nella moderna Medicina Funzionale si rivisitano i presupposti teorici, alla luce delle scoperte scientifiche e biochimiche si parla di “tossine” o di “xenobiotici”, sostanze chimicamente definite e di cui vengono studiati i danni metabolici che hanno le loro vie di entrata e le loro possibilità di uscita attraverso gli organi emuntori, preposti all’eliminazione delle tossine, specialmente il fegato e i reni. 

Si è scoperto che le tossine non sono solo esterne, ma anche interne e quindi oltre di xenobiotici si parla di endobiotici, molecole che finito il loro utilizzo devono essere smaltite attraverso gli stessi sistemi enzimatici delle tossine esterne. 

La disintossicazione corporea è un elemento importante dell’approccio terapeutico, oggi soprattutto in medicina naturale, perché aiuta i tessuti biologici a funzionare in modo ottimale e previene veramente le malattie senza aspettare il manifestarsi del sintomo: approfondimenti su kinesiologia-riflessologia.com.

La natura ci circonda di sostanze biologiche di cui alcune, come le muffe, hanno azione tossica.

Poi le industrie ogni anno causano migliaia di nuove sostanze chimiche, ed inoltre la nostra vita moderna produce molte sostanze di scarico sicuramente nocive per la salute. 

Viviamo in un Mondo di tossine: come detossinarsi?

Numerose di queste sostanze (le cosiddette Tossine)hanno azioni mutagene, cancerogene, o comunque interferiscono col metabolismo degli enzimi del nostro corpo e sono da considerarsi tossiche.

Anche i cibi sono fonti di tossine, gli alimenti contengono contaminanti provenienti dall’inquinamento generale o dall’uso di pesticidi di fertilizzanti e di fitofarmaci, per non parlare dei coloranti e conservanti che vengono immessi nella preparazione dei cibi. 

Anche i metodi di cottura sono fonte di tossine: la frittura con olio che libera perossidi altamente ossidanti e la cottura molto spinta alla brace o allo spiedo che arricchisce di sostanze mutagene come il benzopirene e acroleina. 

Così pure gli alimenti affumicati contengono sostanze cancerogene provenienti dal fumo.

Al di fuori della dieta, l’esposizione respiratoria di composti organici volatili, diviene un rischio frequente associato a diversi effetti negativi, compresi i danni ai reni, i problemi immunologici, gli squilibri ormonali, le malattie del sangue, e un aumento dei tassi di asma e bronchite.

Altra causa molto frequente è l’inquinamento domestico dovuto oltre che alle vernici dei muri, ai rivestimenti del legno, a mobili, suppellettili e a moquette spesso impregnata di pesticidi. 

Bisogna prestare attenzione ad appartamenti e mobili nuovi che liberano vernici e altre sostanze usate nella costruzione e aver cura di aerare bene le stanze.

Non è possibile eliminare completamente l’esposizione tossica da tutte le fonti possibili, ci sono modi per minimizzarla. 

Ecco alcuni semplici consigli:

  • Usare pentole di acciaio inox, di terracotta o vetro. 
  • Limitare cibi fritti, affumicati e carni allo spiedo, cuocere a bassa temperatura, non cuocere in contenitori di plastica.
  • Consumare cibi biologici con pochi contaminanti, evitare alimenti con conservanti. 
  • Evitare posate e piatti di plastica, contenitori di plastica, lavare le stoviglie con detersivi naturali.

Ecco le diverse modalità per la disintossicazione secondo la fitoterapia

Dal punto di vista della Fitoterapia Funzionale si parla di tre livelli di disintossicazione:

A. Disintossicazione BIOCHIMICA O EPATICA, agisce a livello di enzimi disintossicanti e si svolge prevalentemente nel fegato.
Consiste in un processo biochimico che solubilizza in acqua le tossine, generalmente di natura lipidica, per poterle poi espellere dai reni o attraverso il liquido biliare.

B. Disintossicazione TESSUTALE O DI MATRICE, agisce nel connettivo di ogni tessuto (o matrice) e libera dalle scorie tipiche che tendono ad accumularsi in base alla tendenza e alle abitudini personali.

C. Disintossicazione ALIMENTARE O DIETA DETOSSINANTE, libera la persona dalle scorie che la persona acquisisce attraverso la dieta abituale che lo porta ad accumulare sostanze che lo predispongono a determinati disturbi.

Dal punto di vista biochimico si distinguono tre fasi di disintossicazione, ciascuna seguita da enzimi specifici, con diversi requisiti metabolici, ma che devono lavorare in modo coordinato per svolgere il loro lavoro. 

Le tre fasi della detossinazione sono così denominate*:

  • Fase I di Trasformazione – le tossine vengono ossidate ad opera dei citocromi mediante l’aggiunta di molecole idrosolubili in punti particolari di attacco. 
    Se la tossina è priva di questi punti di attacco, vengono prima aggiunti da una serie separata di enzimi che la trasformano chimicamente includendo questi “punti d’appoggio” molecolari.
  • Fase II di Coniugazione – le tossine modificate sono legate al gruppo molecolare per renderle solubili, i gruppi più comuni sono l’acido glucuronico, il glutatione, i gruppi solfato, metilici, acetilici e anche alcuni aminoacidi come glicina e taurina.
  • Fase III di Trasporto attivo – viene operata sulle pareti cellulari per mezzo delle proteine ATP, avviene in modo attivo, cioè con consumo di energia che richiede ATP. 

Le proteine ABC si trovano nel fegato, reni, intestino, cervello.

Gli enzimi della disintossicazione hanno la caratteristica di agire su molte molecole diverse e di essere inducibili in presenza della tossina. 

Si trovano negli organi più esposti alle tossine come il fegato, ma ci sono anche in polmoni e intestino. 

La cellula epatica presenta la maggior quantità di citocromi P450, poiché mediante la vena porta svolge un’azione di filtro del sangue venoso portato da tutto l’intestino.

In questo modo, agisce come il “buttafuori” di una discoteca, individuando e impedendo l’entrata di tossine alimentari nel circolo sanguigno generale e ne opera l’eliminazione attraverso la bile.

Il fatto importante nel processo di rimozione delle tossine è il coordinamento delle tre fasi, altrimenti si possono verificare degli accumuli che risultano dannosi. 

*Il maggior problema è tra la fase I e la II. 

Nella prima fase si producono molti composti ossidati con grande capacità reattiva che si comportano da radicali liberi e devono essere subito bloccati dagli enzimi della Fase II. 

Se ciò non avviene per inattivazione degli enzimi o insufficiente quantità si crea un grande danno cellulare. 

Non bisogna sconvolgere questo equilibrio con un’alimentazione sbagliata, con fumo di sigaretta, alcol e molti farmaci tra cui alcuni antibiotici, antidepressivi, antifungini, antiaritmici.

Per migliorare la disintossicazione non si tratta di aumentare l’attività della fase I che può fare danni, ma di agire in modo antiossidante. 

Nelle cellule c’è una proteina chiamata Fattore Nucleare eritroide derivato (NrF2) che si trova nel citoplasma, quando crescono i radicali liberi l’NrF2 si sposta nel nucleo e attiva i geni produttori di enzimi capaci di agire in modo antiossidante. 

Così nel caso di intossicazione da metalli pesanti (piombo, arsenico, cromo, mercurio, ecc.) che attiva molti radicali liberi, l’NrF2 stimola la sintesi di metallo proteine che individuano e bloccano questi metalli.

La corretta valutazione di un’intossicazione epatica

Il fegato è un organo silenzioso, non si fa sentire in modo molto evidente quando è lievemente danneggiato, la valutazione delle transaminasi e l’ittero sono segno di alterazione epatica, di necrosi o di stasi sono un segno molto avanzato di danno evidente. 

Ma ci sono dei segni e dei sintomi lievi, a volte vaghi, che ad un occhio attento ci indicano una disfunzione del fegato e la necessità di fare una disintossicazione.

  • I sintomi di tipo soggettivo più frequenti sono: stanchezza frequente immotivata, difficoltà di recupero dopo uno sforzo, cefalea specie in zona frontale, acufeni, blefariti e congiuntiviti, sonnolenza dopo i pasti, sapore amaro in bocca, alitosi, aumento della sete, eruttazioni frequenti, grande sensibilità agli odori forti (puzze e profumi), pruriti e bruciori, sensibilità all’aglio o alla cipolla.
  • I segni di tipo obiettivo sono: eritemi, arrossamenti del viso e degli occhi come pure il lieve ingiallimento della pelle specie con il digiuno, presenza di macchie scure. 
  • Altri segni sono: le reazioni alla penicillina, all’aspirina, all’alcol, la debolezza immunitaria con malattie infiammatorie frequenti, mal di gola, tosse. 
    Infine, anche ansietà immotivata, cambi d’umore, pensieri depressivi.

Fegato ed Ormoni

Il fegato gioca un ruolo importante nella degradazione degli ormoni, mediante gli enzimi di Fase I o Fase II elimina le molecole alterate o in eccesso. 

Se la disintossicazione è compromessa, gli ormoni saranno solo parzialmente metabolizzati o eliminati. 

Queste molecole parzialmente metabolizzate non attivano i processi di risposta ormonale come quelli pienamente attivi, mentre sono in concorrenza con gli ormoni attivi per i siti di legame del recettore e rendono inattive le normali vie di feedback ormonale. 

Quindi sono un po’ come degli ormoni anomali, che non operano in modo corretto, ma sono abbastanza efficienti come gli ormoni normali da interferire con il recettore ormonale e le vie di feedback. 

Il risultato finale sarà un paziente che ha sintomi di squilibrio ormonali, ma con esami di laboratorio che potrebbero apparire effettivamente normali, ciò a causa di ormoni anomali non sufficientemente degradati a causa di un fegato parzialmente capace di disintossicare.